Un salto...naturopatico
Se esamino
le mie giornate, come sarebbe potuto succedere a Manon, protagonista di “Sguardo
di Donna”, vedo tracce di naturopatia sparpagliate sia addosso a me sia
nell’ambiente in cui vivo, casa soprattutto.
Che cosa mi ha regalato la
naturopatia?
La
consapevolezza dell’olismo (approcciare una persona, a partire da se stessi,
come essere olistico significa
considerarla corpo, mente e spirito) e dell’essere collegata e non isolata.
Scoprire
di essere connessa, scegliere di vivere secondo questo principio (certo dopo
aver indagato alla ricerca di fondamenta, dopo aver studiato il pensiero altrui
sia passato che presente) mi ha portata a costruire una visione più ampia che
abbraccia anche la dimensione dell’invisibile, dell’oltre. Spirito, energia, vibrazioni, ognuno è libero di fornire
la propria interpretazione, secondo me si tratta di quell’Universo che ci
circonda, che contiene la matrice della nostra stessa Vita e a cui noi possiamo
attingere perché anche il nostro campo elettromagnetico è energia.
Io
“sfrutto” questa energia, nella vita di tutti i giorni, con alcuni strumenti
che mi arrivano dal mio percorso per diventare naturopata. Cristalli, pietre,
oli essenziali, mi permettono di utilizzare questo serbatoio per il mio
ben-essere perché la vibrazione, a esempio di una sodalite quando ho bisogno di
coccolare la mia gola, porti beneficio a questa zona collegata al quinto chakra
e alla sua energia.
Dopo il
diploma ho voluto approfondire proprio ciò che parlava di vibrazione e di
energia conquistata dal fascino di questi metodi. Mi sono resa conto ben presto
di non aver chiuso il percorso, ma di essermi aperta alla curiosità, al voler
conoscere, al non fermarmi di fronte alle credenze antiquate che avevano invaso
la mia vita impedendomi di vedere un modo diverso di vivere.
Ho tutta
l’intenzione di continuare a scoprire le meravigliose opportunità che mi
attendono.
Scrittura e vita
Scrivere, per me, è un modo di vivere. Nel libro “Scrivere
zen”, di Natalie Goldberg, trovo scritto: “…ci sono momenti in cui devo
lasciare il quaderno sulla scrivania e volgermi ad affrontare la mia esistenza.
E poi ci sono momenti in cui l’unico modo per affrontare veramente la mia
esistenza è tornando al quaderno.”
Ecco il mio percorso.
Ho scritto romanzi, ho creato mondi e vite per assaporare
atmosfere e ambienti, per conoscere personaggi affascinanti. Sempre in punta di
penna, parola dopo parola, cercando di utilizzare i vocaboli migliori. Un
lavoro di ricerca da approfondire, con tecniche da affinare.
Adesso, con “Sguardo di Donna”, attraverso la figura di
Manon, la scrittura mi appare ancora di più come uno strumento di
auto-conoscenza: scrivo, conservo, strappo, talvolta nemmeno leggo.
Voi, perché scrivete?
2 commenti:
Bella domanda! Io per esempio scrivo, perché ho sempre desiderato farlo, ma ho dovuto passare attraverso esperienze anche amare. A scuola, per esempio, prendevo solo la sufficienza. Ergo non ero brava a scrivere. Nel contempo mi piaceva narrare e inventare e allora ecco la strada. Io scrivo per raccontare e vivere le mie fantasie. Una magia.
Grazie. Il tuo commento mi ha fatto ritornare alla mente il mio insegnante di italiano delle superiori. Sapeva che mi piaceva scrivere storie e si era anche offerto di leggerle per cui, ogni volta che valutava in modo poco lusinghiero un mio componimento, commentava:"Non è che poi mi diventi una scrittrice?" E così è stato. Non ho potuto condividere con lui la soddisfazione per l'uscita del mio primo romanzo, ma sono sicura che lassù, fra angeli e nuvole, avrà sorriso. Ti ringrazio, Adelina, per aver fatto ritornare nella mia mente e nel mio cuore un ricordo dolce della mia adolescenza.
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