lunedì 12 novembre 2018

A caccia di...


Ho trascorso due giorni in Alto Adige, in un hotel con reparto wellness. Entro nell’idromassaggio e capto le voci di due abitanti del regno delle bolle. Mi siedo e… silenzio. Ho interrotto qualcosa? No, le due amiche mi rassicurano all’istante. Ottimo, ma…ma a costo di passare per impicciona, io non ho “catturato” nulla. Nessuna frase, nessuna parola carica di pathos o quantomeno interessante, o intrigante.

A cena, due donne nel tavolo vicino al mio – non le stesse del pomeriggio – parlano di una conoscenza comune alquanto tediosa, a quanto ho potuto capire. Io e la sala intera, se è per questo. A un tratto ecco le parole “Certo, ma quando inizia con i ricordi è come entrare in un labirinto”. Arraffo il taccuino e la mini penna (ok, sì, lo ammetto, anche a cena e in vacanza! Scusate, ma non ricordate Natalie Goldberg nel suo “Lo scrittore vive due volte”?), annoto tutto e poi elaboro. Ecco!

“Il labirinto dei ricordi”

Ottimo titolo per un racconto!

Andare a caccia, per me, significa catturare, in circostanze diverse e inaspettate, il sussurro delle parole che con la loro forza riescono a vivere anche fuori dal contesto in cui sono nate regalando a chi le incontra il proprio valore.

 Inoltre, se faccio un collegamento con l’articolo “Oltre”, non posso fare altro che ringraziare per questo bottino. L’Universo? Il cielo? Un’entità spirituale o religiosa? Bo!, fate pure voi, a ognuno la sua interpretazione.

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