Ho già parlato del mio scrivere seduta al tavolino di un bar. Per nulla
originale, ma sapere che anche Simone de Beauvoir trovava ispirazione fra tazze
e bicchieri nel caffè parigino Les Deux Magots, beh, dal mio punto di vista, è
un valore aggiunto.
Attraverso il titolo, però, si può essere condotti a pensare al caffè
anche come liquido nero, forte, aromatico, dolce o amaro. Una tazzina,
irrinunciabile per molte persone, ti accompagna e ti introduce nella giornata. Lo
fa con la carica e l’affetto di un amico.
Io, nell’ordinazione, alterno il caffè al cappuccino, ma lì, con la tazza
davanti, nel mio bar preferito (d’accordo ne ho più d’uno), sciorino carte
stampate pronte per essere corrette, blocco su cui sviluppare idee e argomenti,
libro per risvegliare la voglia di conoscere e costruire il mio sapere.
E mi sento viva, estremamente viva e ansiosa di procedere, passo passo,
ora dopo ora, in una giornata che, immediatamente dopo questo rito, assume i
connotati della gioia e dell’entusiasmo.
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