N.B. 1. Riprendo a postare gli articoli di lunedì
2. Questo post, per la brevità che gli ho conferito, lo lascio in home page invece che inserirlo nella pagina "Scrittura"
Ho nominato, credo in un paio di articoli, la scrittrice Natalie
Goldberg.
Nel suo meraviglioso “Scrivere Zen” scrive dei “Primi pensieri”, un
esercizio per sciogliere le riserve di fronte alla scrittura. Ho usato questa
tecnica per circa un mese, ogni giorno, ed è stata un’esperienza interessante,
ma non fa per me. Non riesco a scrivere quotidianamente – almeno non un
esercizio finalizzato perché la penna la prendo in mano spesso, per i motivi
più disparati.
Però il capitolo di cui parlavo sopra mi ha insegnato che il materiale
migliore lo si trova sotto la superficie. Non ci arrivo solamente continuando a
scrivere ininterrottamente per un tot di minuti, come suggerisce la Goldberg,
bensì fermandomi e lasciando che l’argomento sul quale devo parlare vortichi
nella mente e nel cuore (con l’obiettivo di unire la razionalità e l’emotività
e trasferirle sulla carta). E aspetto che un filo, quello dell’inchiostro che
traccia parole, raccolga ciò che arriva. Da dove? Da un serbatoio infinito di
magia: l’Universo? Il Divino? L’inconscio collettivo di Jung?
Voi, che cosa ne pensate?
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